ALLERGIE: PREVENZIONE O CURA ?

Negli ultimi decenni è stato riscontrato un incremento delle malattie allergiche. Attualmente si calcola che ne sia affetto circa il 30% della popolazione dei paesi occidentali più industrializzati. Tale fenomeno assume, per l’alta diffusione, una rilevanza sociale.

Queste patologie quando hanno un andamento cronico comportano ripercussioni sullo stile e sulla qualità di vita del singolo paziente e dei suoi famigliari a causa della limitazione nelle funzioni fisiche e psicologiche, nelle attività sociali, occupazionali e sportive.

Le ragioni di questo fenomeno sono complesse e vanno ricercate sia nella storia clinica individuale sia nelle mutate condizioni ambientali e alimentari rispetto al passato. Per quanto riguarda il paziente è significativa la caratteristica genetica che predispone alle manifestazioni allergiche nonchè la frequenza di episodi infettivi, batterici o virali con la conseguente risposta infiammatoria e immunologia.

Per quanto riguarda l’ambiente esterno sono inevitabili i riflessi sull’apparato respiratorio dovuti all’esposizione ad agenti inquinanti derivanti dal traffico veicolare, dal riscaldamento e dalle industrie.

La qualità dell’aria negli ambienti interni (abitazioni, uffici, luoghi ricreativi) incide sfavorevolmente là dove impianti di riscaldamento, sistemi di ventilazione, elettrodomestici, mobili, arredi e … fumo favoriscono la diffusione e la permanenza di allergeni, di inquinanti e di irritanti.

Come intervenire?

Le misure preventive, come si può ben intuire, partono da normative che tutelino la salute pubblica e dal cambiamento di alcune abitudini che possano migliorare la qualità di vita di ognuno di noi, intesa come benessere fisico, mentale e sociale.

La prevenzione nel paziente consiste in una diagnosi precoce e nell’individuazione di fattori di rischio di un’ evoluzione verso patologie importanti quali l’asma bronchiale e verso la polisensibilizzazione ossia la comparsa nel tempo di sensibilizzazioni verso più allergeni. Le cure mediche si articolano in due momenti con tempi e obiettivi diversi.

Nella fase acuta, che nel paziente allergico ai pollini coincide con il periodo della fioritura, il trattamento prevede l’impiego di prodotti che riducono i sintomi quali starnuti, ostruzione nasale, lacrimazione, tosse e respiro affannoso.

L’immunoterapia, più nota come “vaccini”, agisce invece in maniera mirata sull’allergene responsabile dei sintomi di quel paziente; attuata a cicli, impedisce l’aggravamento della malattia. Pertanto un miglior controllo della malattia a lungo termine si ottiene con l’effetto combinato dei due trattamenti, conferma che l’attuazione di una prevenzione nei vari aspetti considerati è il presupposto per una cura efficace.